Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
La Syria e gli arresti dei giornalisti. Dieci nel solo 2009
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Riccardo Cristiano

Nei giorni scorsi è stata annunciata ai lettori l’apertura di un osservatorio sulla libertà d’informazione nel mondo arabo. Cominciamo dando conto della realtà siriana, una delle più allarmanti.
Da quando, durante gli anni Sessanta, il regime siriano ha dichiarato lo stato d’emergenza, le pressioni sulla stampa e sui giornalisti sono enormi. Questo riguarda tutta la stampa non ufficiale, con un aggravante per la questione curda; minoranza sottoposta ad una severa repressione culturale nel nome della minaccia che l’affermazione dell’identità curda arrecherebbe all’integrità nazionale.
I dati pubblicati dal centro arabo per la Difesa della Libertà d’Espressione, “Samir Kassir Eyes”, indicano che le autorità damascene continuano ad arrestare giornalisti, dieci nel solo 2009, proibendo a molti altri di recarsi all’estero. Secondo il rapporto di Skeyes molti di questi arresti somigliano da vicino a veri e proprio rapimenti, visto che l’autorità giudiziaria viene informata solo molto tempo dopo dell’avvenuto arresto. L’ accusa è quasi sempre la stessa: “indebolimento del sentimento patriottico”.
Il 2009 ha fatto poi registrare un considerevole incremento del divieto di espatrio per motivi politici; i casi sono tantissimi, basti per tutti citare quello dello scrittore Nabil Suleiman, collaboratore del quotidiano kuwaitiano al-Arabi, al quale è stato impedito di recarsi all’estero in occasione di un convegno promosso dal suo giornale. Anche al più noto regista siriano, Muhammad Malas, è stato impedito di recarsi all’estero.
Nel settembre dello scorso, dopo che analogo destino era toccato a diversi giornali locali, è stato chiuso anche il “Centro Siriano per la Libertà d’Espressione”,  l’unico che tentava un monitoraggio dell’informazione nazionale. La censura riguarda anche Internet e le autorità siriane hanno oscurato nel corso dell’anno passato 244 siti, a cominciare da quelli curdi e da quelli collegati all’opposizione politica.  L’accesso ai social network come YouTube o Facebook è proibito.
Per quanto riguarda la violazione dei diritti della minoranza curda, 10% della popolazione nazionale, il rapporto conferma che anche nel 2009 è stata proibita la pubblicazione di  giornali in lingua curda. Ovviamente seguita ad essere proibito l’insegnamento scolastico del curdo e  le forze dell’ordine hanno disperso con la forza le manifestazioni tese a commemorare le festività curde, impedendo anche le performance basate sul folklore curdo. Infine molti commercianti sono stati costretti a cambiare i nomi dei loro esercizi: è proibito che abbiano un nome curdo.

Letto 1403 volte
Dalla rete di Articolo 21