di Fabio Evangelisti *
La relazione del ministro degli affari esteri Frattini, svolta oggi davanti alle Commissioni Esteri riunite di Camera e Senato, sugli sviluppi della situazione in Medio Oriente, è apparsa sostanzialmente parziale e timida, e soprattutto poco efficace nella corretta lettura dei fatti che sono accaduti in conseguenza del grave assalto compiuto da Israele nei confronti degli attivisti della Freedom Flotilla, e che si è troppo frettolosamente rubricato come “errore”.
Condivisibile, invece, è stata la valutazione sulla acclarata insostenibilità dell’embargo nei confronti della striscia di Gaza e sulla necessità di una sua rimozione, come pressoché unanimemente chiesto a gran voce dalla comunità internazionale. Persino la Santa Sede, solitamente prudente nel prendere posizione in quell’area del mondo, ha chiesto di "porre fine" all'isolamento di Gaza condividendo l’avvio di un’inchiesta internazionale sull'attacco israeliano contro il convoglio navale che portava aiuti umanitari per gli abitanti palestinesi della striscia di territorio sotto embargo israeliano. Ancora non è chiaro, tra l’altro, e il Ministro non ha fugato queste perplessità, perché il nostro governo abbia votato, assieme a Stati Uniti e Olanda, contro la risoluzione (poteva quantomeno astenersi), poi comunque approvata con il voto di 32 Paesi nel corso della sessione straordinaria dell'Onu. Risoluzione che non chiedeva altro che l’avvio di una inchiesta “completa, imparziale e trasparente” per appurare al più presto la dinamica del blitz israeliano ai danni della nave Mavi Marmara che ha causato 9 morti e 45 feriti, avvenuto è bene ricordarlo in acque internazionali.
L’unica inchiesta che probabilmente ci sarà, verrà condotta dal governo israeliano e magari sarà anche rapida, ma quanto a completezza, imparzialità, credibilità e trasparenza è legittimo nutrire più di un dubbio.
* vicepresidente vicario Gruppo parlamentare IdV