Articolo 21 - Editoriali
Orlando (Idv), "Una legge simile viene approvata da un regime quando decide di uccidere la democrazia"
di Coordinamento 1Luglio
Domani in piazza per protestare contro i tagli e contro i bavagli, l’adesione dell’IdV è concreta, diretta e ci saranno molti militanti...
Saremo in tanti in piazza a Roma come nelle singole città. Io sarò a Bruxelles con un gruppo di cittadini non solo italiani per un sit-in di protesta contro una legge che se dovesse essere approvata dovrebbe preoccupare tutti gli italiani come anche gli altri paese europei. Se questa legge dovesse passare ci troveremmo di fronte ad una vera e propria dittatura del terzo millennio, all’interno dei confini di Schengen, all’interno dei confini dell’UE. Una legge simile viene approvata da un regime quando decide di uccidere la democrazia: abbiamo di fatto un ostacolo che viene frapposto allo svolgimento delle indagini, un bavaglio ai giornalisti per impedire loro di svolgere il diritto-dovere di informare e un ostacolo ai cittadini nel diritto ad essere informati, tutto questo con un danno enorme all’economia e alla salute dei cittadini stessi. Pensate a quanti di loro sarebbero tornati in cliniche degli orrori se non fossero stati informati dei fatti gravissimi che ivi avvenivano, e quanti ancora avrebbero continuato ad investire i propri risparmi in fondi e azioni di società già riconosciute come manipolatrici delle regole del mercato, vedi i casi eclatanti di Cirio e Parmalat. Io credo che l’indignazione che domani si manifesta è anche un segnale di allarme nei confronti di un pericolo per la democrazia; proprio in queste ore il Garante della Privacy ha lanciato un allarme molto forte dicendo che in realtà questo è un pretesto per imbavagliare l’informazione. Voglio ricordare che quello che è inaccettabile è che si mettano sostanzialmente le manette ai poliziotti, ai magistrati, si blocchi la possibilità di accertare le responsabilità e si imbavagli l’informazione in una situazione che non è degna di un paese civile.
La protesta assume un carattere molto trasversale, nonostante questo il 28 il Governo procede con l’arrivo in aula. Ci sarà la possibilità di bloccare la discussione e arrivare ad agosto?
Vorrei ricordare che abbiamo assistito ad alcune prese di distanza in sede di maggioranza rispetto a questo disegno di legge. Se dovesse venir meno la coerenza di queste prese di posizione allora le preoccupazioni aumenteranno: se si arriva all’approvazione di questa legge, pur non condivisa da autorevoli rappresentanti della maggioranza è segno che la dittatura non nasce da questa legge ma è già nata e ha prodotto questa legge.
Cosa potrà fare eventualmente l’Europa per chiedere all’Italia di fare un passo indietro ad una legge che lede la libertà di stampa e mina la possibilità di formare un’opinione pubblica?
L’Europa può far molto perché non può accettare di avere nei propri confini un paese in cui la libertà viene mortificata e viene invece garantita l’impunità di responsabili anche di reati gravi. La sollecitazione dell’Europa può essere sicuramente importante però bisogna chiedersi che cosa faremo noi invece. Per quanto ci riguarda metteremo in atto faremo la più dura resistenza in tutte le forme consentite. Come già annunciato, oltre all’eventuale utilizzo del referendum, è già in preparazione anche il ricorso alle autorità di giustizia europea.
E’ auspicabile un fronte comune da parte del centro-sinistra a questo proposito?
Io penso che debbano essere tutti i democratici di questo paese, compreso quelli del centro destra, a fare fronte comune.
Saremo in tanti in piazza a Roma come nelle singole città. Io sarò a Bruxelles con un gruppo di cittadini non solo italiani per un sit-in di protesta contro una legge che se dovesse essere approvata dovrebbe preoccupare tutti gli italiani come anche gli altri paese europei. Se questa legge dovesse passare ci troveremmo di fronte ad una vera e propria dittatura del terzo millennio, all’interno dei confini di Schengen, all’interno dei confini dell’UE. Una legge simile viene approvata da un regime quando decide di uccidere la democrazia: abbiamo di fatto un ostacolo che viene frapposto allo svolgimento delle indagini, un bavaglio ai giornalisti per impedire loro di svolgere il diritto-dovere di informare e un ostacolo ai cittadini nel diritto ad essere informati, tutto questo con un danno enorme all’economia e alla salute dei cittadini stessi. Pensate a quanti di loro sarebbero tornati in cliniche degli orrori se non fossero stati informati dei fatti gravissimi che ivi avvenivano, e quanti ancora avrebbero continuato ad investire i propri risparmi in fondi e azioni di società già riconosciute come manipolatrici delle regole del mercato, vedi i casi eclatanti di Cirio e Parmalat. Io credo che l’indignazione che domani si manifesta è anche un segnale di allarme nei confronti di un pericolo per la democrazia; proprio in queste ore il Garante della Privacy ha lanciato un allarme molto forte dicendo che in realtà questo è un pretesto per imbavagliare l’informazione. Voglio ricordare che quello che è inaccettabile è che si mettano sostanzialmente le manette ai poliziotti, ai magistrati, si blocchi la possibilità di accertare le responsabilità e si imbavagli l’informazione in una situazione che non è degna di un paese civile.
La protesta assume un carattere molto trasversale, nonostante questo il 28 il Governo procede con l’arrivo in aula. Ci sarà la possibilità di bloccare la discussione e arrivare ad agosto?
Vorrei ricordare che abbiamo assistito ad alcune prese di distanza in sede di maggioranza rispetto a questo disegno di legge. Se dovesse venir meno la coerenza di queste prese di posizione allora le preoccupazioni aumenteranno: se si arriva all’approvazione di questa legge, pur non condivisa da autorevoli rappresentanti della maggioranza è segno che la dittatura non nasce da questa legge ma è già nata e ha prodotto questa legge.
Cosa potrà fare eventualmente l’Europa per chiedere all’Italia di fare un passo indietro ad una legge che lede la libertà di stampa e mina la possibilità di formare un’opinione pubblica?
L’Europa può far molto perché non può accettare di avere nei propri confini un paese in cui la libertà viene mortificata e viene invece garantita l’impunità di responsabili anche di reati gravi. La sollecitazione dell’Europa può essere sicuramente importante però bisogna chiedersi che cosa faremo noi invece. Per quanto ci riguarda metteremo in atto faremo la più dura resistenza in tutte le forme consentite. Come già annunciato, oltre all’eventuale utilizzo del referendum, è già in preparazione anche il ricorso alle autorità di giustizia europea.
E’ auspicabile un fronte comune da parte del centro-sinistra a questo proposito?
Io penso che debbano essere tutti i democratici di questo paese, compreso quelli del centro destra, a fare fronte comune.
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