di redazione
Il lavoro è un bene comune è uno degli slogan che animeranno la manifestazione Fiom di domani. La cittadinanza è un bene comune è invece lo slogan scelto dall’assemblea nazionale delle reti antirazziste e dei migranti per due giorni di mobilitazione in vista dell’appuntamento nazionale di domani. Partita ieri, con un presidio a Santa Maria degli Angeli, la mobilitazione punta ad avanzare richieste molto semplici: permesso di soggiorno per tutti, diritto alla cittadinanza, contrasto allo sfruttamento e al lavoro nero, chiusura dei CIE. Nel pomeriggio di ieri un centinaio di lavoratori stranieri, soprattutto bengalesi e africani, si sono trovati in piazza per far vedere che, checché ne dica un qualsiasi Ministro o assessore, loro esistono e vogliono poter contare nel paese in cui vivono e lavorano, in maniera regolare, a volte, sfruttati e in nero nella maggior parte dei casi. I fatti di Rosarno ancora bruciano nella memoria recente di chi sperava che dopo l’apertura del vaso di Pandora qualcosa, nel concreto, sarebbe stato fatto per porre fine alla piaga dello sfruttamento. i fatti invece testimoniano che quella piaga periste immutata. E lo sfruttamento è solo una delle facce della medaglia di una condizione di marginalizzazione generale che immigrati, anche di seconda generazione, continuano a sperimentare a causa delle leggi vigenti. Dalla piazza denunciano con forza la truffa messa in atto dallo Stato prima e dai datori di lavoro dopo, come le centinaia o migliaia di euro sborsate per ottenere un permesso di soggiorno alla fine mai ottenuto. Altro capitolo quello dedicato al lavoro nero rispetto al quale la piattaforma propone: “…il recepimento della Direttiva Europea 52, applicare ed estendere l’articolo 18 del Testo Unico anche a chi denuncia di essere stato costretto all’irregolarità del lavoro, ma anche e soprattutto mettere in campo un percorso permanente di emersione che, oltre a dare la possibilità a chi è stato truffato nel corso dell’ultima sanatoria di ottenere il permesso di soggiorno, offra una uscita generalizzata dalla schiavitù e dallo sfruttamento per centinaia di migliaia di migranti ancora oggi costretti alla clandestinità.”
Rivendicazioni che oggi verranno nuovamente portate in piazza nel corso di un’assemblea aperta e che nuovamente sfileranno domani insieme ai lavoratori di tutta Italia, nel tentativo di creare, italiani ed immigrati un fronte comune per “…rispondere insieme a chi sta utilizzando la crisi per annullare le conquiste sociali e riportare la società a un passato in cui vale solo la legge del più forte”.