di Redazione
Quel pasticciaccio brutto fra viale Mazzini e Corso Sempione
di Carlo Verna
Arroccamenti e questioni di principio, cosi' va in scena la sagra dell'errore.Come si fa ad imporre in un programma la presenza delle associazioni pro vita,ma come si fa anche a credere di operare in una comunità, quella virtuale del servizio pubblico senza accettarne delle regole e fra queste quella fondante costituita dal pluralismo ? Temo che qualcuno a viale Mazzini non aspettasse altro per mettere nel mirino Vieni via con me, ma la sequenza Englaro-Welby-don Gallo era poco corretta e ne' Fazio e Saviano, ne' Ruffini hanno voluto riconoscerlo.Il consenso degli ascolti record non esonera da un po' di umiltà, dal dovere di cercare di comprendere il punto di vista di un altro e se del caso aggiungere.A corso Sempione non hanno voluto percepire voci che si sono alzate con sobrietà, ma che di fronte al non voler sentire si sono fatte piu' forti e in parte sono state strumentalizzate dagli opportunisti di turno. Libertà e responsabilità sono facce della stessa medaglia. Tutti i diritti e i valori della nostra splendida Costituzione hanno un contrappeso, la proprieta' nella funzione sociale, il diritto di manifestare nell'ordine pubblico.Io giornalista Rai non potrei trattare il delicato tema del fine vita raccontando storie e raccogliendo pareri che vanno nella stessa direzione.Avrei il dovere di rappresentare in qualche modo l'altro punto di vista. Mi pare una visione estrema quella di un autonomia autoriale che non incontri alcuna forma di temperamento, neanche in quel grande valore chiamato pluralismo.Una trasmissione televisiva non e' una poesia, una canzone,un libro, un monologo. E' qualcosa che frusce di un marchio,dell'apporto di risorse ingenti,di maestranze che sono dipendenti di una società. Vieni via con me non e' una trasmissione di nicchia come puo' esserlo " A sua immagine ". E' un gran bel programma di tutti e per tutti .E' una trasmissione che contiene, lo si voglia o no, anche una quota parte di giornalismo, Peraltro i suoi bravi autori non hanno saputo dire no a Maroni, che col potere dell'uomo di governo da un lato mobilitava , dall'altro minacciava querele. Il buon senso e' qualcosa di cosi' disprezzabile ? Spero ancora che Fazio , Saviano e Ruffini sappiano inventarsi qualcosa che voglia recuperarlo.E' tanto difficile trovare un altra bella storia come quella di Mina Welby con un epilogo diverso ? Siano loro gli autori di un gesto, che non saldi una giusta istanza a qualche becero personaggio dentro e fuori la Rai.Mi e' sempre piaciuta quell'antica pubblicità della brillantina. Perche' anche il piu' bravo ( ispettore ndr ) riconosceva di aver commesso un errore. Carosello e il dialogo piuttosto che il muro contro muro sono lontani, ma e' lecito sperare.
Diritto di replica a Vieni via con me? Non vi è sussurro uscito dalle labbra di Ratzinger che non trovi ampio risalto nei Tg...
di Peter Freeman
Caro Articolo 21,
Leggo oggi Carlo Verna e il suo appello a Fazio e Saviano sui temi del pluralismo e dell'eutanasia. Vogliamo davvero parlarne? Intanto sarebbe bene chiarirsi su un punto tutt'altro che secondario: di "eutanasia" nella seconda puntata di "Vieni via con me" non si è parlato. Si è parlato, invece, dei casi di Piergiorgio Welby e di Eluana Englaro, e del loro diritto di non essere sottoposti ad accanimenti terapeutici, scegliendo quando e come, nelle terribili condizioni in cui si trovavano, rifiutare determinate cure. L'eutanasia è un'altra cosa, e questo Verna dovrebbe saperlo, come lo sanno molti di coloro che in questi giorni hanno invocato una sorta di "par condicio", chiedendo di farsi ospitare nella trasmissione di Raitre.
La seconda questione riguarda il concetto di pluralismo.
Nel merito, non credo che le gerarchie vaticane e neppure quegli esponenti cattolici che in questi giorni hanno alzato la voce possano davvero lamentare una sottoesposizione delle loro pur rispettabili ragioni. La voce del Papa e della chiesa cattolica è ben presente nell'informazione Rai: non vi è sussurro uscito dalle labbra di Ratzinger che non trovi ampio risalto ed enfasi nei Tg e in altre trasmissioni; semmai altre sono le voci che su questo genere di temi trovano difficoltà ad esprimersi. Il giorno in cui, dopo un Angelus o un'intemerata di Bertone, i Tg daranno risalto a chi sul tema la pensa in altro modo, saremo tutti più liberi.
Più in generale, vorrei capire meglio che cos'è il "pluralismo" secondo il segretario dell'USIGRAI.
E' il diritto di replica sempre e comunque in quella e non altra trasmissione? E' la confezione di una sorta di "panino" allargato a tutto il palinsesto televisivo? E' lo schema in auge, non da ieri peraltro, nei telegiornali del servizio pubblico, la cui parte riguardante le notizie politiche è semplicemente divenuta inguardabile - Tg1, Tg2, Tg3, poco importa - alla maggior parte dei cittadini e spettatori dotati di un minimo di intelligenza e senso critico? E' l'idea che se da Fazio è andato Vendola (a parlare di omosessualità) bisognerà per forza riparare il "vulnus" chiamando Bersani ed appiccicandoci poi Fini, e poi sarà la volta di Maroni e magari di Fioroni (sul fine vita)? La nostra idea di pluralismo ormai coincide in tutto e per tutto con la "par condicio"? O non è il caso, invece, di considerare la "par condicio" per ciò che davvero è, ovvero una pessima soluzione ad un male certo maggiore, ma che tuttavia mai ha impedito a Berlusconi di fare carne di porco dell'informazione, imbavagliando semmai autori e programmi ad un'ossessione normativa?
Personalmente giudico la televisione in epoca di par condicio la cosa più idiota del mondo, pur sapendo, lo ripeto, che si tratta di un'orrenda extrema ratio. E tuttavia continuo a sperare che il mondo dell'informazione riprenda a volare più in alto, pensando il pluralismo come qualcosa di più importante e profondo, di sicuro meno petulante.
Aggiungere non e' mai lesa maestà
di Carlo Verna
Anche Fazio al Tg3 ieri, come fa Freeman, ha sapientemente ignorato la chiosa a due storie, una davvero bella quella dei Welby, fatta da don Gallo, il prete che ha voce dissonante rispetto a quella della Chiesa. Invidio chi sul tema ha certezze assolute, io non ne ho e non comprendo francamente i toni da curva. Nessuno puo' dire che non critichiamo l'informazione che i nostri Tg fanno, in particolare il Tg1. Aggiungo anche il mio desiderio di non offrire occasioni di strumenalizzazione da parte di chi guida la Rai, che guarda caso colpiscono alcune trasmissioni e altre no.A Minzolini nessuna rettifica e' stata mai credibilmente sollecitata.Ma nessuno puo' impedire un appello al buon senso, che ribadisco a mio giudizio e' mancato.Io giudico assolutamente improprie le modalità dell' intervento del cda, ma Bersani, Fini e Maroni li hanno invitati gli autori e non i vertici aziendali e nemmeno il segretario dell'Usigrai.A me piacerebbe sentire, come al direttore di Avvenire, non tanto i comitati pro vita, che esprimono una posizione se vogliamo politica ( come Maroni pero' ) , ma magari un' altra storia in cui l' epilogo non sia la tomba. Penso che nulla si possa imporre,come immaginano a viale Mazzini. Ma chiedere e' sempre lecito, cosi' come cambiare canale. E' la libertà che difendo da sempre e che continuero' a difendere. Aggiungere non e' mai lesa maestà.