di redazione
MOTUS
con il contributo di
Comune di Siena e Regione Toscana in collaborazione con Rassegna Sindacale, 2087 e Articolo 21
MATTANZA
giovedì 9 dicembre 2010 ore 21.15
Siena - Teatro dei Rinnovati (P.zza Il campo,1)
Coreografie: Simona Cieri
Soggetto e Sceneggiatura: Rosanna Cieri
Costumi: John Galliano, Compagnia MOTUS
Scenografie: Alessandro Cappellini
Regia: Simona Cieri e Rosanna Cieri
Danzatori: Veronica Abate, Martina Agricoli, Maurizio Cannalire, Simona Gori, Federica Morettini, Riccardo Pardini e Simona Cieri
C’è un lusso che non possiamo permetterci, quello di perdere ogni anno oltre mille lavoratori
Li chiamano infortuni, al massimo morti bianche. In realtà si tratta di omicidi, con tanto di colpevoli. La più intollerabile delle ipocrisie riguarda la motivazione che di norma viene addotta ogni volta che un lavoratore resta ucciso: «trattasi di errore umano». L'ordine di grandezza è di circa due milioni di morti annualmente nel mondo, di cui circa 12 mila bambini. In Italia, nel 2006 di lavoratori ne sono stati uccisi 28 in più che nel 2005. Nel 2007 ci sono stati 964.418 infortuni che hanno prodotto quasi un migliaio di morti e ben 24.110 invalidi. 1.120 sono stati i morti del 2008 e 1050 quelli del 2009. Se di errori si trattasse, sarebbero davvero troppi. Da anni, in Italia c’è il numero più alto di incidenti mortali sul lavoro che negli altri paesi europei con un livello di reddito pro capite comparabile al nostro. Questi infortuni e malattie professionali costano alla collettività, ogni anno, 41 miliardi di euro. Per dare un’idea delle dimensioni del fenomeno, in un anno in Italia ci sono più caduti sul lavoro che soldati statunitensi nella guerra in Iraq. Solo che questa è una guerra che i giornali non raccontano. Anzi, sulle morti bianche, si dice e scrive una marea di ipocrisie.