Articolo 21 - Editoriali
Presidio a Bankitalia. Palazzo delle Esposizioni serra i cancelli
di Bruna Iacopino
9. 30 del mattino. Il traffico scorre quasi normalmente su Via Nazionale, anche davanti a quel palazzo Koch ancora presidiato dalle forze dell'ordine. I manifestanti spostati di peso dalla strada hanno deciso di resistere pacificamente accampandosi sulle gradinate di Palazzo delle Esposizioni che, per tutta risposta ha serrato i cancelli. “ E' una vergogna che va denunciata- mi dice uno degli “accampati” di questa notte- la protesta riguarda soprattutto i pesanti tagli che sono stati inflitti al mondo della cultura e loro che fanno? tengono chiuso... ”
L'assedio è pacifico. Una decina le tende sistemate nelle zone più ampie della gradinata. A tenere svegli le casse appena montate mandano ad alto volume un pezzo dei Led Zeppelin.
Ci si prepara ad un'altra lunga giornata di resistenza sotto un cielo che minaccia pioggia, ma determinati a restare, magari fino al 15. Alle 16 di oggi i “draghi ribelli” ( così si sono ribattezzati per l'occasione) hanno in programma un'assemblea aperta alla cittadinanza, mentre attendono i rinforzi per la giornata e soprattutto per la notte.
Sui cancelli sono appesi i cartelloni e i manifesti che ieri erano stati affissi in bella mostra sulle camionette della polizia poste a sbarrare il tratto di strada davanti Bankitalia, impedendo a chiunque di passare. Qualcuno sta provvedendo a fare rassegna stampa incollando sui cartelloni ritagli di giornale che raccontano l'assedio pacifico della giornata di ieri, quando in circa trecento hanno sostato pazientemente davanti alle barricate nel tentativo di trovare una mediazione e poter arrivare sotto il palazzo per consegnare al presidente Napolitano la lettera scritta in risposta alla missiva di Draghi e Trichet.
Una lettera che è un appello e una richiesta di attenzione, ma che indica anche una strada diversa da quella finora intrapresa, non solo a livello nazionale.
Lettera distribuita ai passanti che ignari, ieri, tentavano lo “sfondamento”, costretti a tornare indietro.
Una signora in età avanzata arriva davanti ai blindati, si rigira e chiede spiegazione a due ragazze. Annuisce con un sorriso: “ Tocca a voi giovani fare qualcosa, noi ormai non abbiamo più le forze e ci siamo passati prima di voi...”
Se ne va guardandosi intorno, facce giovani e anche giovanissime, molti studenti, lavoratori precari, dal mondo della cultura, dal teatro. Si intravede qualche faccia vista al Valle.
Al tramonto parte l'appello che in molti poi raccoglieranno: “tutti a prendere le tende, da qua non ci muoviamo!”
L'assedio è pacifico. Una decina le tende sistemate nelle zone più ampie della gradinata. A tenere svegli le casse appena montate mandano ad alto volume un pezzo dei Led Zeppelin.
Ci si prepara ad un'altra lunga giornata di resistenza sotto un cielo che minaccia pioggia, ma determinati a restare, magari fino al 15. Alle 16 di oggi i “draghi ribelli” ( così si sono ribattezzati per l'occasione) hanno in programma un'assemblea aperta alla cittadinanza, mentre attendono i rinforzi per la giornata e soprattutto per la notte.
Sui cancelli sono appesi i cartelloni e i manifesti che ieri erano stati affissi in bella mostra sulle camionette della polizia poste a sbarrare il tratto di strada davanti Bankitalia, impedendo a chiunque di passare. Qualcuno sta provvedendo a fare rassegna stampa incollando sui cartelloni ritagli di giornale che raccontano l'assedio pacifico della giornata di ieri, quando in circa trecento hanno sostato pazientemente davanti alle barricate nel tentativo di trovare una mediazione e poter arrivare sotto il palazzo per consegnare al presidente Napolitano la lettera scritta in risposta alla missiva di Draghi e Trichet.
Una lettera che è un appello e una richiesta di attenzione, ma che indica anche una strada diversa da quella finora intrapresa, non solo a livello nazionale.
Lettera distribuita ai passanti che ignari, ieri, tentavano lo “sfondamento”, costretti a tornare indietro.
Una signora in età avanzata arriva davanti ai blindati, si rigira e chiede spiegazione a due ragazze. Annuisce con un sorriso: “ Tocca a voi giovani fare qualcosa, noi ormai non abbiamo più le forze e ci siamo passati prima di voi...”
Se ne va guardandosi intorno, facce giovani e anche giovanissime, molti studenti, lavoratori precari, dal mondo della cultura, dal teatro. Si intravede qualche faccia vista al Valle.
Al tramonto parte l'appello che in molti poi raccoglieranno: “tutti a prendere le tende, da qua non ci muoviamo!”
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