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Articolo 21 - Editoriali
Non solo Grecia...
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di Flaminia P. Mancinelli*

Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Sono solo alcune delle domande che spinsero l'uomo ad alzare gli occhi verso il cielo stellato centinaia di anni fa. Domande alle quali, in passato ma anche fino a ieri, abbiamo cercato di dare risposte. Un'infinità di risposte, ma su tutte hanno prevalso soprattutto le risposte religiose e quelle politico-sociali. Spesso risposte con caratteristiche e logiche opposte e/o in estrema contraddizione tra loro:
siamo i figli di un Dio creatore... la religione è l'oppio dei popoli;
lo Stato deve guidare e gestire l'iniziativa economica... l'iniziativa economica deve nascere dall'individuo;
lo Stato è Padre; lo Stato è una sovrastruttura burocratica.
Per approfondire e capire la portata delle risposte alle domande dell'umanità, è sufficiente scorrere un buon manuale di storia e di filosofia, e arrivare a conoscere cosa ci siamo lasciati dietro le spalle, come siamo arrivati a questo presente.
Difatti per avere una coscienza nitida di questi anni e di questi ultimi mesi, dobbiamo osservarli e soppesarli con quanto è accaduto prima. Qualcuno sarà così fortunato, per la sua età anagrafica, di poter ricorrere alla memoria diretta, alla sua esperienza, ma come consiglia il mio amico Guido Allegrezza, per gli altri il primo dovere è senz'altro quello di Accrescere il sapere e la cultura.

Perché questo lungo preambolo? A che scopo incitare le persone a leggere e ad approfondire la nostra storia passata?
Poggiando sulla conoscenza storica del passato noi siamo in grado di valutare il presente, lo scandalo che certe situazioni e azioni del presente hanno. Un paio di esempi per tutti: l'appoggio alle scelte industriali della FIAT e la reazione popolare alle vicende che coinvolgono la Nazione greca.
A tutt'oggi io (ma non sono davvero l'unica...) faccio davvero molta fatica a comprendere le logiche che hanno spinto il segretario Bersani, insieme a molta parte del PD, ad appoggiare le scelte industriali dell'aministratore delegato della FIAT, Sergio Marchionne. Oggi, a distanza di mesi, iniziamo a vedere quanto queste scelte si sono rivelate improprie, e non hanno aperto a nessun incremento produttivo dell'azienda che, nel mercato europeo delle auto, continua a segnare rosso costante. Così il sacrificio imposto a centinaia di lavoratori si è dimostrano fine a se stesso o peggio: finalizzato a cancellare diritti faticosamente acquisiti in decenni di lotte sindacali. Oltretutto, le imposizioni contrattuali di Marchionne faranno giurisprudenza e a breve tutto il mondo del lavoro si vedrà costretto a rinunciare, in un modo o nell'altro, ai propri sacrosanti diritti.
Quel che è peggio però, dal mio punto di vista (ma per fortuna anche questa è un'opinione molto condivisa), è l'assoluta acquiescenza degli organi direttivi del PD, il maggior partito di centro-sinistra di questo Paese. Forse, molti militanti e iscritti PD, non hanno condiviso queste posizioni e forse ne sono testimonianza i risultati di molte elezioni amministrative, di diverse primarie...

La domanda che in tanti ci poniamo, ormai da anni, è: ha ancora senso, oggi, parlare di Sinistra? Gli uomini e le donne che nel nostro Parlamento siedono a sinistra, svolgono una politica che rappresenti le idee di Sinistra? Visti gli scandali e le indagini che coinvolgono tanti rappresentanti e eletti del centro-sinistra, verrebbe da rispondere con un secco NO. Ed andare ad accrescere la schiera di quegli Italiani che da anni hanno smesso di esercitare il loro diritto/dovere al voto. Una tentazione estrema.
Ma alle tentazioni, io credo, bisogna opporre la razionalità e il ragionamento.

Intanto, mentre l'amministratore delegato della FIAT sfasciava quanto in anni e anni si era costruito nel mondo del lavoro, il mondo capitalista/occidentale iniziava la ripida discesa verso il baratro della recessione. Anche questa storia recente -le sue cause, i suoi responsabili- devono restare chiari e definiti nelle nostre coscienze, così che a distanza di qualche anno (o anche solo di qualche mese) noi si possa essere ancora in grado di capire e conoscere le radici delle calamità alle quali andiamo soggetti. Non è questo, certo, il luogo di un'analisi economica o politica delle ragioni che ci hanno portato a questa tragica crisi economica, ma questa condizione nella quale siamo costretti può essere un'occasione per analizzare il nostro comportamento di esseri umani. E vengo al dunque...

Nelle scorse settimane, sempre più spesso, si è iniziato a parlare del cosiddetto “rischio default” della Grecia. Abbiamo assistito alla resa del governo Papandreu e il passaggio ad un governo di unità nazionale guidato da Lucas Papademos; in parallelo sono state anticipate le elezioni – che avranno luogo nell'aprile di quest'anno – cui sembrano favoriti individui che in passato hanno contribuito alla crescita del debito greco. Un nome per tutti, quello di Antonis Samaras, leader del principale partito conservatore che, nel 1989 fu addirittura Ministro delle Finanze.
Abbiamo saputo da testimoni oculari e letto dai resoconti dei giornali delle proteste del popolo greco alle misure economiche imposte dalla BCE e dal Consiglio della UE, siamo stati costretti ad assistere alla protesta impotente di Mikis Theodorakis (86 anni, musicista simbolo della resistenza al regime dei Colonnelli) e Manolis Glezos (90 anni, eroe della Resistenza ellenica ai nazisti), due uomini simbolo rimasti coinvolti negli scontri tra la polizia e i manifestanti di piazza Syntagma ad Atene...
E “Tout va très bien, Madame la marquise”...
Perché scrivo questo? Perché questa citazione carica di ironia?
Era in pectore, purtroppo, da giorni. Da giorni, infatti, riflettevo sulla partecipazione del nostro popolo (ma anche nelle altre Nazioni sembra di scena un'assoluta indifferenza) ai “fatti di Grecia”. Mi sono tornati in mente altri passaggi storici della vita di quella piccola ma fondamentale nazione europea, di quando intere generazioni di intellettuali si erano schierate per la sua liberazione dalla “dittatura dei colonnelli” (aprile 1967- luglio 1974), di quando le piazze europee erano gremite di gente che solidarizzava con la libertà per il popolo greco...
Oggi un silenzio assordante popola le piazze europee e solo rari gruppi di giovani indignatos sembrano a tratti volerne riprenderne il possesso. Nei loro slogan c'è richiesta di lavoro, di dignità, chiedono a gran voce misure giuste e uguali per tutti, rifiutano – per la maggior parte – i partiti politici tradizionali. Ma la Grecia? Chi si sta schierando al fianco della tragedia di un intero popolo? Dove sono i sindacati italiani, le associazioni e i gruppi cattolici? Perché sulla Grecia è sceso questo silenzio complice e connivente gli interessi economici di una ristretta élite economica, di gruppi finanziari onnipotenti?
Dov'è la Sinistra italiana? Dove sono i leader della Sinistra Italiana?
Mentre scrivo, a schierarsi con forza per il dramma del popolo greco, c'è stato solo un partito di Sinistra che al momento – grazie alla legge Porcellum voluta dal precedente governo – non ha neppure il diritto di sedere nei banchi del nostro Parlamento, Sinistra Ecologia e Libertà.

A questo punto, anche alla persona più moderata e diplomatica, sovverrebbe una tentazione estrema, ma...
Ma poi, girando il Web, può capitare -com'è successo a me- di imbattersi in un sondaggio, un sondaggio che una volta di più dimostra il disinteresse e la superficialità di tanta, troppa gente. Sulle pagine online di Presseurop.eu (Il meglio della stampa europea) è pubblicato un sondaggio che domanda: Bisogna lasciare che la Grecia fallisca? E i risultati, costantemente aggiornati, oltreché i commenti dei lettori non solo ci danno l'evidenza dell'indifferenza e del cinismo dilaganti nel vecchio continente, ma ci dimostrano che insieme a molta parte degli ideali di Sinistra è tragicamente naufragata anche quella stenta e idealizzata idea di Europa che doveva nascere dall'Euro e dagli accordi tra i politici.
La Grecia, la piccola nazione che tanta parte ha avuto nella nostra cultura e nella nascita del concetto di Democrazia (seppure con le limitazioni del tempo), di nuovo oggi ci permette di fermarci a interrogarci: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?
A quali ideali di giustizia sociale e crescita ispireremo il nostro futuro? Quale eredità consegneremo alle generazioni future?

* www.pianetaqueer.it

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