di Giuseppe Giulietti
Le agenzie di stampa hanno effettuato ieri decine di lanci relativi ai futuri organigrammi Rai. Sembra quasi che una manina o una manona, probabilmente di destra, abbia voluto far circolare un organigramma di prova per saggiare le reazioni. Vi proponiamo l'organigramma tipo:
"Al tg1 dovrebbe approdare il notista politico della Stampa, Augusto Minzolini, con il direttore di Italia Oggi Franco Bechis come vice, mentre Mauro Mazza, ora direttore del tg2 in quota An, dovrebbe diventare direttore di Raiuno. A dirigere il tg2 dovrebbe andare il direttore del Mattino, Mario Orfeo, mentre la direzione di rete sarebbe destinata alla giornalista del tg1, Susanna Petruni. Per la direzione del tg3 dovrebbe spuntarla Bianca Berlinguer mentre alla rete si parlerebbe di una conferma per il direttore, Paolo Ruffini. Nessun problema invece per le vicedirezioni generali, che dovrebbero essere quattro e che, oltre alla conferma di Giancarlo Leone, potrebbero investire dell'incarico anche Antonio Marano, ora direttore di Raidue, Lorenza Lei, direttore delle risorse televisive Rai e Gianfranco Comanducci, direttore divisione Acquisti e servizi".
Dall'attenta lettura di questo organigramma emerge la quasi assoluta corrispondenza, nome più nome meno, tra l'organigramma che fu deciso a casa del proprietario di Mediaset con i componenti della maggioranza e quelli odierni. Anzi per la verità esiste la quasi assoluta identità tra l'organigramma di Palazzo Grazioli e quello che fu pubblicato il 19 aprile da Libero. Dal momento che il premier ha addirittura negato che si sia mai svolta quella riunione e che i vertici Rai nella seduta della Vigilanza hanno giurato che mai e poi mai avrebbero accettato organigrammi fatti in sede diversa da quella di viale Mazzini siamo sicuri che nessuno dei protagonisti vorrà perdere la propria onorabilità personale, professionale e prolitica e che quindi, sia gli organigrammi di Palazzo Grazioli che quelli di ieri saranno da considerare carta straccia da riporre nel più vicino cestino. Qualora invece dovesse esserci un fondamento di verità prepariamoci a una grande mobilitazione nazionale davanti a viale Mazzini e alle sedi regionali Rai perchè saremmo di fronte a un vero colpo di mano mediatico.