Articolo 21 - Editoriali
La questione morale e gli eredi del PCI
di Elia Banelli
Le ultime elezioni europee lasciano perplessi. Il Partito Democratico ha sì prodotto alcuni segnali di rinnovamento, con la candidatura del sindaco antimafia Rosario Crocetta, di Rita Borsellino e della “giovane” Serracchiani, ma restano molti dubbi su certe “manovre elettorali”.
La prima esclusa “eccellente” è Rosaria Capacchione, giornalista del Mattino che da anni scrive di camorra e vive sotto scorta. Nonostante le 73 mila preferenze non ha ottenuto un posto per Strasburgo, conquistato invece da Andrea Cozzolino, “navigato” assessore bassoliniano.
La Capacchione denuncia su Micromega: “il Pd non mi ha sostenuto”.
In una intervista a l’Unità racconta la difficile campagna elettorale a Casal di Principe (dove il Pdl ha il 60% di consensi) e l’amarezza per il rifiuto dal circolo locale dei democratici di organizzare un’iniziativa per ricordare la strage di Capaci, con la motivazione: “Non venire qui, tanto non ti votiamo”.
Se la Capacchione resta al palo, Mario Pirillo, assessore all’agricoltura della giunta Loiero, è l’unico calabrese a volare in Europa con oltre 110.000 preferenze. Dna politico da democristiano, con breve parentesi nel CCD di Casini e successivo approdo all’Udeur di Mastella, di cui è stato segretario regionale nel 2000, prima di diventare un esponente di spicco della Margherita in Calabria e tra i fondatori del Partito Democratico meridionale.
Non proprio un esempio cristallino di “cambiamento”.
Passando dalle Europee alle amministrative, è singolare la debacle del Pd alle provinciali di Napoli, con la straripante vittoria di Luigi Cesaro, che iniziò la sua carriere politica da funzionario di un Asl di Caserta mandando chili di bufale al “caro leader” Silvio Berlusconi, per poi entrare in Parlamento e salire ai vertici dell’amministrazione provinciale.
Il suo feudo elettorale, Sant’Antimo, 30.000 abitanti, nel 1991 è stato sciolto per mafia. 16 anni dopo un pentito appartenente al clan dei casalesi, Gaetano Vassallo, accusa Cesaro di essere “sponsorizzato” da Francesco Bidognetti (Cicciotto ‘e mezzanotte), uno dei leader dei Casalesi. Il verbale fu reso pubblico un anno fa dal settimanale l'Espresso.
Nonostante i sospetti Luigi Cesaro ottiene quasi il 60% di voti e umilia il candidato del centrosinistra Luigi Nicolais. Come è stato possibile?
Normale confronto elettorale se non fosse per le parole dissacranti del professore Nicolais (ex ministro del governo Prodi): “Ho combattuto in perfetta solitudine. Con un centrodestra aggressivo e un Pd totalmente assente, rassegnato. Siamo di fronte al declino di una intera classe dirigente. In questi anni non siamo riusciti a rinnovarci. L’epilogo del rinnovamento bassoliniano è rappresentato da De Mita e Mastella a Strasburgo. Bel risultato davvero”.
Prima di lunghe discussioni sulle alleanze con Idv o Udc e delle prossime sfide al governo da qui alle elezioni, il Partito Democratico non dovrebbe rinunciare ad una severa analisi interna.
La prima esclusa “eccellente” è Rosaria Capacchione, giornalista del Mattino che da anni scrive di camorra e vive sotto scorta. Nonostante le 73 mila preferenze non ha ottenuto un posto per Strasburgo, conquistato invece da Andrea Cozzolino, “navigato” assessore bassoliniano.
La Capacchione denuncia su Micromega: “il Pd non mi ha sostenuto”.
In una intervista a l’Unità racconta la difficile campagna elettorale a Casal di Principe (dove il Pdl ha il 60% di consensi) e l’amarezza per il rifiuto dal circolo locale dei democratici di organizzare un’iniziativa per ricordare la strage di Capaci, con la motivazione: “Non venire qui, tanto non ti votiamo”.
Se la Capacchione resta al palo, Mario Pirillo, assessore all’agricoltura della giunta Loiero, è l’unico calabrese a volare in Europa con oltre 110.000 preferenze. Dna politico da democristiano, con breve parentesi nel CCD di Casini e successivo approdo all’Udeur di Mastella, di cui è stato segretario regionale nel 2000, prima di diventare un esponente di spicco della Margherita in Calabria e tra i fondatori del Partito Democratico meridionale.
Non proprio un esempio cristallino di “cambiamento”.
Passando dalle Europee alle amministrative, è singolare la debacle del Pd alle provinciali di Napoli, con la straripante vittoria di Luigi Cesaro, che iniziò la sua carriere politica da funzionario di un Asl di Caserta mandando chili di bufale al “caro leader” Silvio Berlusconi, per poi entrare in Parlamento e salire ai vertici dell’amministrazione provinciale.
Il suo feudo elettorale, Sant’Antimo, 30.000 abitanti, nel 1991 è stato sciolto per mafia. 16 anni dopo un pentito appartenente al clan dei casalesi, Gaetano Vassallo, accusa Cesaro di essere “sponsorizzato” da Francesco Bidognetti (Cicciotto ‘e mezzanotte), uno dei leader dei Casalesi. Il verbale fu reso pubblico un anno fa dal settimanale l'Espresso.
Nonostante i sospetti Luigi Cesaro ottiene quasi il 60% di voti e umilia il candidato del centrosinistra Luigi Nicolais. Come è stato possibile?
Normale confronto elettorale se non fosse per le parole dissacranti del professore Nicolais (ex ministro del governo Prodi): “Ho combattuto in perfetta solitudine. Con un centrodestra aggressivo e un Pd totalmente assente, rassegnato. Siamo di fronte al declino di una intera classe dirigente. In questi anni non siamo riusciti a rinnovarci. L’epilogo del rinnovamento bassoliniano è rappresentato da De Mita e Mastella a Strasburgo. Bel risultato davvero”.
Prima di lunghe discussioni sulle alleanze con Idv o Udc e delle prossime sfide al governo da qui alle elezioni, il Partito Democratico non dovrebbe rinunciare ad una severa analisi interna.
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