di Paolo De Chiara*
Giuseppe Lumia, membro della commissione Antimafia, presente in Molise ad un convegno pubblico, organizzato a Campobasso (lo scorso 16 luglio) da Libera Molise e dall’Ass. Culturale “G. Tedeschi”:
“Vengo sempre di buon grado qui in Molise, in questa terra dove c’è il vasto mondo del volontariato e dove è impegnato il vostro Vescovo, che vedo ancora appassionato, che vedo ancora pronto a costruire percorsi educativi intorno ai grandi temi dell’etica pubblica e della legalità. Ed è bene che ci sia Libera anche in questa Regione”. […]. “Non c’è stata prevenzione, non c’è stata un’organizzazione e una strutturazione per impedire e bloccare le prime presenze dell’organizzazione mafiosa, ma si è trasformata la politica in clientelismo, non per esaltare le vostre stupende potenzialità, ma per umiliarle, negarle, offenderle”. […]. “E’ tempo di cambiare metodo di formazione, di selezione, di cultura delle classi dirigenti. Su quale binario dobbiamo far scorrere il vero rinnovamento: del rapporto legalità e sviluppo. Mai nella storia del Mezzogiorno siamo riusciti a mettere insieme legalità e sviluppo. Dobbiamo scommettere su questo rapporto. Chi vuole legalità deve investire sullo sviluppo, chi ha voglia di fare sviluppo deve stare attento alla legalità. In Abruzzo le opere pubbliche sono state fatte dalla mafia. Alla prima scossa, le due opere pubbliche (l’ospedale e la casa dello studente) sono andate giù. Ecco il rapporto legalità-sviluppo. Se non c’è questo legame le opere pubbliche sono fatte male e crollano. Ci commuoviamo, l’italietta piange, non vuol sentir parlare di responsabilità. Mettiamoci una pietra sopra e facciamo un’altra casa dello studente e un ospedale con gli stessi vizi di prima. Le opere pubbliche della vostra Regione, le strade faraoniche. Quanti anni, con quale metodo, con quale risorsa, con quali materiali, con quale cultura imprenditoriale, con quale cultura del lavoro vengono realizzate. Avete avuto la storia del terremoto. La famosa scuola. Si è fatto tesoro di quell’esperienza, si è trasformata in un’esperienza piuttosto che in un pianto di coccodrillo, in una severissima lezione di civiltà?” […]. “In Germania c’è stata una grande necessità dopo il crollo del muro di Berlino nell’89. Affrontare la crescita di una fetta importante di quella grande nazione: la Germania dell’Est. Siccome lì non ragionano secondo le logiche dell’italietta che ci trasciniamo la questione meridionale da secoli. Lì in pochi anni dovevano prendere di petto quel problema e risolverlo. Una grande cultura, da cui imparare. Però lì hanno fatto un errore. Già nell’89 ci sono delle intercettazioni in cui i boss mafiosi dicevano “andate lì e comprate”, “sbrigatevi, correte, investite”. Nessuno si è allarmato, anzi guai a parlare di mafia. Poi seconda fase. Appalti, costruire, grandi opere. Cose giuste, guai non farle. Mica ci impiegano venti anni a costruire un autostrada, un’ospedale. Pochi mesi, pochi anni. Le mafie si presentarono a quell’appuntamento. E costruirono pezzi consistenti della Germania, nei territori della Germania dell’Est. Anche lì abbassarono la guardia. Anzi puntarono il dito contro quelli che ne indicavano la presenza. Un giorno le mafie, dopo essersi presentate con il denaro riciclato e dopo essersi radicati con il sistema degli appalti spararono. Duisburg. La Germania si scrollò e si svegliò. Attenzione, state facendo lo stesso errore”.
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DOMANI 25 LUGLIO, sul settimanale molisano “Il Volantino” (http://www.ilvolantino.eu/), nell’articolo dal titolo: ‘Lumia (commissione antimafia) sulle infiltrazioni in Molise: “Per anni questa Regione non ha fatto il proprio dovere”’ le altre dichiarazioni – più approfondite – sul Molise e “sulle classi dirigenti molisane” fatte dal senatore Giuseppe Lumia.