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Articolo 21 - Editoriali
Ancora richieste risarcimenti dalla Umbria Olii? In tre anni mio fratello e' stato ucciso diverse volte, ora dico basta
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di Lorena Coletti

Sono Lorena Coletti, sorella di una delle vittime  della strage della Umbria Olii di Campello sul Clitunno (Pg). Il 25 novembre 2006, quattro uomini si alzarono e  partirono per andare al lavoro, per guadagnarsi da vivere. Era di sabato, il lavoro lo avevano iniziato il  martedì: dovevano installare delle passarelle sopra a dei silos. In quei silos c'era un gas, il gas esano, un gas  molto infiammabile, questo poiché nessuno aveva  fatto una bonifica di questi silos. Verso le 13 di quel maledetto giorno un enorme esplosione avvenì. Venni a sapere della notizia solamente la sera molto tardi. La moglie che lo aspettava per il pranzo, non  vedendolo tornare fece un giro di telefonate ai  suoi colleghi, ma fu un vano tentativo, perchè non ottenne nessuna  risposta. Fino a che, non telefonò alla moglie del datore  di lavoro, che gli diede la notizia. Giuseppe Coletti, mio fratello, Maurizio Manili,  datore di lavoro,Vladimir Thode e Tullio Mottini erano morti  nell'espolsione. Unico sopravvissuto Claudio Demiri. Il proprietario della Umbria Olii, fu indagato e  rinviato a giudizio con l' accusa di omicidio  colposo plurimo e violazione di norme per la sicurezza sul lavoro. Secondo l'accusa, Del Papa avrebbe dovuto  avvertire i lavoratori della ditta Manili, della  pericolosità delle sostanze contenute nei  serbatoi, dove non era mai stata fatta la bonifica. Un omissione, che sarebbe secondo i giudici e i  periti dell'accusa, alla base dell'incidente,  causato dall'utilizzo di una fiamma ossidrica per  terminare i lavori sulla superficie metallica dei silos. Il 24 novembre prossimo, doveva iniziare il  processo penale, ma Giorgio Del Papa e la sua  difesa impugna il tutto facendo ricorso in  Cassazione contro il rinvio a giudizio. Oggi apprendo la notizia dal mio avvocato, che la  Cassazione decide a ottobre sul ricorso di Del Papa. Ma per la seconda volta, viene fatta alla mia  famiglia un' altra richiesta di risarcimento, che  era decaduta con l'annullamento della perizia  tecnica, ma che ora Del Papa ripresenta a nome  della Gestoil Srl, ex Umbria Olii. Sono passati quasi tre anni, e l' anno scorso ci  fu la prima richiesta: di oltre 35 milioni di euro. Ora mi chiedo, se anche quest'anno la cifra sia  sempre quella oppure, se hanno messo a conto  anche gli interessi, visto il tempo che è passato. Sottolineo, che a mio fratello Giuseppe Coletti  e' stata stroncata la vita, e a Giorgio Del Papa  non è stato neanche dato un giorno di carcere e  tanto meno gli arresti domiciliari. Questa e' la giustizia Italiana!!!!! In tre anni mio fratello e' stato ucciso diverse volte, ora dico basta. Degli operai che partono la mattina per fare il  loro dovere, per mantenere la famiglia e fare una  vita onesta e dignitosa, non meritano di morire. Come non meritano che la loro dignità' venga  calpestata da assurde richieste di risarcimento, mandate da chi li ha uccisi. Non lo permetto!!! Vorrei che Del Papa sapesse, che la vita di  quattro persone vale molto più' di qualsiasi cifra che lui chiede. Ma il peggio di tutto è, che è ancora libero, e  che lo Stato Italiano gli permette di fare queste cose. Chiedo inoltre, di poter incontrare il Presidente  della Repubblica per poter parlare personalmente con lui. Intanto gli vorrei rivolgere questo appello:  Egregio Presidente della Repubblica, La invito,  dopo tutte le parole spese chiedendo più  sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, a non  firmare assolutamente il Dlgs correttivo al Dlgs 81/08. Se è coerente con le sue dichiarazioni, non può  firmare un decreto che è un colpo fatale alla  sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.  Io non mi arrenderò e non permetterò più che la  memoria di mio fratello e delle altre vittime  venga calpestata, sono esseri umani morti per lavorare, non per  divertimento. Finchè avrò vita li difenderò; di sicuro non mi  limiterò a fare fiaccolate, ma cercherò di  fermare chi ancora una volta vuole calpestare i lavoratori di Italia. Basta prendersela con Giuseppe Coletti e le altre vittime della Umbria Olii.

zialory68@hotmail.it

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