di Antonella Napoli
La bocciatura e la condanna dei respingimenti da parte dell'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, la sudafricana Navi Pillay, non sono una sorpresa. Tranne per la Farnesina che sembra cadere dalle nuvole e afferma candidamente che il 'richiamo' non era diretto all'Italia.
Eppure negli ultimi cinque mesi non sono mancati ‘rilievi’ sulla politica anti - immigrati al Governo italiano dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) che, attraverso la portavoce Laura Boldrini, ha giudicato il mancato accoglimento dei barconi con a bordo potenziali richiedenti asilo "contrario a un diritto internazionale inserito nella dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e previsto dalla normativa europea con le quattro direttive e il regolamento di Dublino 2, a cui si aggiunge il codice Schengen in cui si fa riferimento al principio del non respingimento dei richiedenti asilo e dei rifugiati".
Le parole della Pillay fotografano una realtà chiara a tutti: negare di aver violato il 'diritto internazionale' appare, dunque, quanto meno incauto.
Soprattutto perché l'intervento dell'Alto commissario Onu è stato diretto e circostanziato ed ha segnalato anche violazioni giuridiche di "politiche e azioni che vanno contro il dovere di rispetto delle persone e le tutele di coloro che si trovano in stato di pericolo".
L'unico modo per allinearsi alle normative in materia é quello di identificare le persone e consentire ad esse di poter fare una domanda d'asilo, non rimandarle indietro come 'pacchi' indesiderati.
Nonostante le riflessioni dell’esponente del Palazzo di vetro e le accuse dell'opposizione rivolte al governo italiano (di assumere decisioni propagandistiche sull'immigrazione, come bloccare gli approdi a Lampedusa, senza tenere minimamente in considerazione i diritti altrui e senza risolvere i problemi degli accessi clandestini che proseguono per altre vie) il ministero degli Esteri ha respinto le critiche e ha affermato attraverso una nota che “nessun Paese Mediterraneo ha salvato tante vite umane in mare quanto l'Italia che rispetta e continuerà a rispettare le norme del diritto internazionale”.
Eppure la Pillay ha fatto riferimento all'odissea degli ottanta clandestini eritrei, rimasti per giorni e senza soccorsi alla deriva su un gommone nel mar Mediterraneo tra Libia, Malta e Italia, paesi che si sono ‘rimpallate’ le responsabilità della scomparsa di questi naufraghi, denunciata dagli unici tre superstiti ripescati dalla Guardia costiera italiana allo stremo delle forze..
Un episodio non isolato, perché, come ha ricordato l'Alto commissario ''in molti casi, le autorità respingono questi migranti e li lasciano affrontare stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero respingendo barche cariche di rifiuti pericolosi''.
La Pillay ha anche chiesto che “la pratica dell'arresto d'ufficio dei migranti irregolari, la loro criminalizzazione e il maltrattamento nel contesto dei controlli di confine termini al più presto".
Non é mancato, poi, un rilievo in merito ai provvedimenti assunti nei confronti dei Rom trattati “in maniera discriminatoria e degradante”, Se questo non appare un monito netto e chiaro, indirizzato a un interlocutore ben definito, ci chiediamo quali altri ‘messaggi’ debba ricevere il nostro governo per riflettere sulla china xenofoba che ha vergognosamente preso la politica sull’immigrazione nel nostro Paese.