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Articolo 21 - Editoriali
La camorra nel cilento: questa illustre sconosciuta?!!
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di Pietro Nardiello

Nove colpi di pistola calibro 9 per 21 esplosi per assassinare e zittire Angelo Vassallo, primo cittadino di Pollica, una vera e propria perla del Parco Nazionale del Cilento in provincia di Salerno, hanno destato enorme sconcerto in quest’Italia abituata, da anni, a stragi ben più violente. Un fulmine a ciel sereno, più inquietante di quegli improvvisi e inaspettati acquazzoni settembrini, che sembrano creati apposta per ricordare l’approssimarsi delle stagioni più fredde, è sembrato essere quest’omicidio di un sindaco che amava la propria terra più di ogni altra cosa. La comunità locale non si rassegna “perché in questi luoghi ci addormentiamo ancora con le porte di ingresso delle nostre abitazioni socchiuse e poi, perché qui non siamo a Casal di Principe”.
In quest’Italia, però, troppo interessata al volgare e alquanto inutile gossip politico, basta uno scossone del genere per ricondurre tutti alla vita reale, quella della semplice quotidianità fatta di uomini, donne, giovani, anziani che in operoso silenzio si adoperano per la crescita del bene comune. Un lavoro certosino sul quale nessuna telecamera dedicherà mai nemmeno due minuti o, almeno, qualche riga da parte del solito e impegnato opinionista sempre conoscitore di tutto, nemmeno se si tratta del luogo dove Ernest Hemingway ha trovato l’ispirazione per il suo romanzo “Il vecchio e il mare”. 

Le modalità dell’omicidio, riferiscono gli inquirenti, fanno pensare ad una esecuzione di matrice camorristica ma a parlare di camorra, da queste, parti sembra si possa correre il rischio di essere considerati degli eretici. In realtà l’informazione, quella dei beni informati fornita dai tg, carta stampata e soliti opinionisti del momento ha raccontato di una zona candida dove, solamente da alcuni anni, a seguito della crescita economica di questi territori costieri, si può ipotizzare sia iniziata un’attenzione particolare da parte dei clan camorristici. Chi racconta questo, però, sa di affermare  il falso, di offrire un cattivo servizio all’opinione pubblica. Da queste parti la camorra, quella dei grandi clan è arrivata da almeno un trentennio. I Nuvoletta di Marano, gli unici referenti dei mafiosi siciliani in Campania, grazie ad una società satellite e ad imprenditori prestanome gestivano l’Hotel Castelsandra, una struttura di lusso ubicata a San Marco di Castellabate qualche chilometro più su di Pioppi. Ebbene proprio il Castelsandra diventò, tutto questo ce lo dimostrano anche le interrogazioni parlamentari, meta di assessori e ministri e ovviamente imprenditori contigui o rappresentanti dalla malavita. Un intreccio indissolubile che causò una richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’allora ministro dell’interno Vincenzo Scotti a seguito di un’inchiesta che vide coinvolti, addirittura, anche ufficiali della guardia di finanza. (Si legga l’interrogazione allegata).  Ecco perché non mi meraviglierei se quelle lettere inviate da Vassallo al Comando dei Carabinieri, con le quali avrebbe indicato collusioni tra militari dell’arma e alcune facce poco raccomandabili, dovessero corrispondere a verità.

Gli interessi della camorra, delle famiglie storiche come anche il sodalizio della NCO di Raffaele Cutolo hanno da sempre avuto mire espansionistiche su questi territori. Ovviamente sulla fascia costiera che consente un riciclo di denaro più facile soprattutto nel settore della ristorazione e del turismo. Negli ultimi anni, però, questi due importanti sodalizi, Nuova Famiglia e NCO, lo si apprende dall’ultima relazione della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno lasciato il passo ad altre formazioni mentre nella città capoluogo, Salerno, l’attività criminale ha compiuto un grande percorso evolutivo grazie anche, così come riferito dai tanti collaboratori di giustizia, all’interazione di gruppi napoletani con quelli salernitani. Un’attività criminale più cruenta e sicuramente più visibile nelle zone a nord e a sud di Salerno con condizionamenti forti anche dell’economia lattiero casearia soffocata, infine, dal solito cappio dell’usura. Alcuni vecchi capi, legati ai sodalizi storici, sono ritornati in libertà e cercano nelle nuove aggregazioni un riconoscimento alle loro capacità che hanno deciso di mettere a disposizione per realizzare dei veri e propri vincoli associativi che, ovviamente, vanno ben oltre il semplice movimento spontaneistico di alcuni anni fa. In poche parole le nuove formazioni iniziano a collegarsi le une alle altre, vorrebbero diventare un unico corpo per ottenere una credibilità e peso maggiore sul territorio. Per quanto riguarda, invece, la zona cilentana, la DDA, sempre nella sua ultima relazione, conferma che  il numero minore di indagini di rilievo e di attività giudiziarie non indica una minore infiltrazione della criminalità organizzata in questi territori i cui appetiti la vedono impegnata ad accaparrarsi i settori dell’agricoltura e del commercio. Un territorio dove è possibile, soprattutto alla scarsa attenzione che si dà, di poter reimpiegare, così come è avvenuto nel passato, notevoli proventi finanziari soprattutto nel campo dell’industria turistica. riciclare sia dalle organizzazioni di matrice campana e, udite udite, che da altre mafie tradizionali.

In un Paese come l’Italia dove la produzione letteraria sulle mafie è oramai diventata un commercio fin troppo redditizio, dove sono spesso gli editori dei giornali e o delle case editrici a scegliere cosa dev’essere considerata un’emergenza, e dove il ministro degli interni Maroni, non più di alcune settimane fa, ha dichiarato che lo Stato si appresta a sferzare l’attacco finale alle organizzazioni criminali non si prende mai atto di coloro che consumano le scarpe sulla strada come i cronisti o forze dell’ordine che conoscono bene la zona in cui operano.

Nove colpi di pistola calibro 9 per 21 esplosi per assassinare e zittire il sindaco di Pollica e l’Italia scopre, clamorosamente e dopo trent’anni, che la camorra è andata ben oltre il buon Cristo che si era, mestamente, fermato ad Eboli.
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