Articolo 21 - Editoriali
Rifugiati, in atto deportazioni. L'allarme lanciato da alcune associazioni
di redazione
Quelli iniziati a Mineo sono "trasferimenti coatti" di numerosi profughi dai centri di accoglienza per richiedenti Asilo, e alcuni dai centri di identificazione ed espulsione "dove si trovavano del tutto abusivamente", verso il Cie di Mineo, nel catanese. Luigi Manconi, presidente di A buon diritto, afferma recisamente: "Sia chiaro: siamo in presenza di trasferimenti illegali, dal momento che si tratta di persone non destinate all'espulsione, bensì già perfettamente identificate e regolarmente presenti in Italia, in quanto richiedenti asilo perché provenienti da paesi dove sono in corso conflitti bellici o guerre civili". "Per giunta - aggiunge - si tratta di persone che hanno qualche collegamento con reti socio-assistenziali, spesso assistite da legali e, ancora, in attesa del ricorso in appello. Tutte queste persone vengono trattate nel clima di isteria governativa per 'l'esodo biblico' e per l''invasione', come altrettanti clandestini, cosa che non sono in alcun modo. E così, quotidianamente, un Governo che aveva totalmente affidato la politica dell'immigrazione a Muammar Gheddafi, viola quotidianamente - conclude - i diritti universali della persona".
l'allarme era già stato lanciato nei giorni scorsi dal Centro Astalli: ''Le nostre peggiori preoccupazioni sembrano avverarsi: le notizie che giungono dal Cara di Bari, destano allarme. In queste ore infatti pare si stia procedendo al trasferimento di 167 richiedenti asilo verso il centro di Mineo (Catania). Al momento inoltre sembra che l'operazione si stia svolgendo senza la notifica di alcun provvedimento alle persone interessate". Affermava, in una nota, il presidente del Centro Astalli, padre Giovanni La Manna del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (Jrs)
"Come se cio' non bastasse - continuava padre La Manna - non ci sono al momento garanzie sulle condizioni di trattamento riservate alle persone in stato di vulnerabilita' (vittime di tortura, donne in gravidanza, anziani, persone bisognose di cure mediche e psichiatriche?). La situazione e' grave e senza precedenti: senza esagerare si puo' dire che si assiste impotenti a una deportazione. Tutto sta avvenendo senza interloquire con gli enti di tutela che piu' volte hanno richiesto al prefetto di Palermo Giuseppe Caruso l'apertura di un tavolo sull'argomento''.
In questo contesto "tragico per il diritto d'asilo", il Centro Astalli "continua a chiedere che si sospendano gli spostamenti delle persone accolte nei Cara italiani verso Mineo, evitando cosi' di vanificare percorsi di tutela e integrazione avviati e che ad oggi non paiono ripetibili in tale struttura. Si ribadisce ancora una volta la ferma richiesta di non trasferire, in alcun caso, le persone in stato di vulnerabilita'".
l'allarme era già stato lanciato nei giorni scorsi dal Centro Astalli: ''Le nostre peggiori preoccupazioni sembrano avverarsi: le notizie che giungono dal Cara di Bari, destano allarme. In queste ore infatti pare si stia procedendo al trasferimento di 167 richiedenti asilo verso il centro di Mineo (Catania). Al momento inoltre sembra che l'operazione si stia svolgendo senza la notifica di alcun provvedimento alle persone interessate". Affermava, in una nota, il presidente del Centro Astalli, padre Giovanni La Manna del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (Jrs)
"Come se cio' non bastasse - continuava padre La Manna - non ci sono al momento garanzie sulle condizioni di trattamento riservate alle persone in stato di vulnerabilita' (vittime di tortura, donne in gravidanza, anziani, persone bisognose di cure mediche e psichiatriche?). La situazione e' grave e senza precedenti: senza esagerare si puo' dire che si assiste impotenti a una deportazione. Tutto sta avvenendo senza interloquire con gli enti di tutela che piu' volte hanno richiesto al prefetto di Palermo Giuseppe Caruso l'apertura di un tavolo sull'argomento''.
In questo contesto "tragico per il diritto d'asilo", il Centro Astalli "continua a chiedere che si sospendano gli spostamenti delle persone accolte nei Cara italiani verso Mineo, evitando cosi' di vanificare percorsi di tutela e integrazione avviati e che ad oggi non paiono ripetibili in tale struttura. Si ribadisce ancora una volta la ferma richiesta di non trasferire, in alcun caso, le persone in stato di vulnerabilita'".
Letto 1809 volte
Notizie Correlate
Quale futuro per i rifugiati somali di Via dei Villini?
Rifugiati palestinesi nel Medio Oriente che ribolle e ruolo dell'Italia
Tripoli chiude gli uffici dell'UNHCR
Curdi in Calabria. Appello di "Eveyone" all'Onu
Eritreo in fuga inviato in Turchia. Violata convenzione di Ginevra
La Carta di Roma diventi pratica quotidiana
Audio/Video Correlati
In archivio
Twitter ergo sum
Articolo 18. Lo âsmemoratoâ Scalfari e il calo di consensi per Monti.
Equo compenso: via libera dalla Camera
Fenomeni, governo tecnico
LibertĂ di informazione dentro i Cie, ancora troppi ostacoli
Occupy Rai
Rispetti i lavoratori? Ti meriti vantaggi
Un fiore per Younas
Estendere lâarticolo 18? La veritĂ Ăš unâaltra, lo si vuole smantellare
La strage di Tolosa e lâimpossibile oblio
Dalla rete di Articolo 21