Articolo 21 - Editoriali
Chiaiano: quei cittadini non erano camorristi
di Pietro Nardiello
A Napoli è ritornata l’emergenza rifiuti. In strada giacciono oltre duemila tonnellate che causano odori nauseabondi veramente sgradevoli. In alcuni casi sono i cittadini irresponsabili ad agire,appiccando roghi notturni, a risolvere nell’immediatezza il problema non pensando, invece, ai danni che i fumi possono creare alla salute. In altri, invece, la sommaria o non completa raccolta provoca la restituzione di strade o marciapiedi ricoperti da una coltre di grasso che dovrebbe essere rimossa dopo il ritiro dei sacchetti. Fin qui verrebbe da aggiungere che da un punto di vista giornalistico non ci sarebbe nessuna notizia da riportare o commentare. Giusto, anche se in questa mattinata dove l’attenzione della popolazione è rapita esclusivamente dall’evento calcistico, mentre la città, nonostante i cali lamentati dalle associazioni di categorica, continua ad essere meta prescelta anche dal turismo internazionale, ci si potrebbe interrogare sul fatto che il “lampedusano” Presidente del Consiglio per risolvere l’emergenza rifiuti di Napoli non ha mantenuto le promesse. Ma anche questa oramai non appare più una notizia. Così mentre ci si avvia nel vivo della campagna elettorale che assegnerà la guida di primo cittadino del capoluogo partenopeo, alcune cronache già parlano di appoggi concreti da parte di uomini di Andrea Cozzolino, il vincente delle primarie del PD, e di Bassolino in persona addirittura a Gianni Lettieri, il candidato del PDL. Un sostegno che in parole povere si traduce con un accordo tra la vecchia nomenclatura bassoliniana e Nicola Cosentino. Potrebbe essere questa la vera notizia del giorno? Prosegue l’inciucio e la par condicio per tacere le responsabilità sullo scandalo rifiuti campano? In parte si, visto che sempre di rifiuti parleremo. Nei giorni scorsi, però, la DDA di Napoli con un’inchiesta ha sollevato il velo sul fatto che per la realizzazione della discarica di Chiaiano, il quartiere della zona nord di Napoli, siano stati utilizzati, probabilmente, dei materiali scadenti. A questo bisogna aggiungere, sempre secondo quanto riferito dalla DDA, che per la realizzazione della discarica avrebbero avuto un ruolo decisivo i clan camorristici Zagaria e Mallardo. I PM indagano per frode di pubbliche forniture, con riferimento ai materiali utilizzati per la copertura della discarica di Chiaiano, e per gestione abusiva riguardo a un sito di Giugliano. Nell’ordine dobbiamo prima, ancora una volta, evidenziare che nessun piano per risolvere l’emergenza rifiuti era stato avviato dopo i mediatici proclami berlusconiani. Ma infine è nostro dovere scrivere, per confermare, che i cittadini delle zone di Chiaiano e Marano, alle cui argomentazioni abbiamo sempre dato voce
(http://www.articolo21.org/1760/notizia/chiaiano-no-allampliamento-della-discarica.html
http://www.articolo21.org/1782/notizia/campania-solo-discariche-per-risolvere-il.html
http://www.articolo21.org/1978/notizia/rifiuti-a-napoli--le-ecoballe-di-berlusconi-e.html ), non erano camorristi e che le loro proteste non erano manovrate da alcun clan, tutt’altro. Il vice del sottosegretario Bertolaso, il generale Giannini, invece, aveva più volte sottolineato la possibilità che le proteste venissero utilizzate dalla criminalità per infiltrarsi tra le fila dei comitati civici. Niente di tutto questo. Se nella vicenda della discarica di Chiaiano c’è stata la presenza dei clan questa è avvenuta dall’altra parte che lo Stato, rappresentato anche dal generale Giannini ha omesso di controllare. Il generale farebbe bene a chiedere scusa.
(http://www.articolo21.org/1760/notizia/chiaiano-no-allampliamento-della-discarica.html
http://www.articolo21.org/1782/notizia/campania-solo-discariche-per-risolvere-il.html
http://www.articolo21.org/1978/notizia/rifiuti-a-napoli--le-ecoballe-di-berlusconi-e.html ), non erano camorristi e che le loro proteste non erano manovrate da alcun clan, tutt’altro. Il vice del sottosegretario Bertolaso, il generale Giannini, invece, aveva più volte sottolineato la possibilità che le proteste venissero utilizzate dalla criminalità per infiltrarsi tra le fila dei comitati civici. Niente di tutto questo. Se nella vicenda della discarica di Chiaiano c’è stata la presenza dei clan questa è avvenuta dall’altra parte che lo Stato, rappresentato anche dal generale Giannini ha omesso di controllare. Il generale farebbe bene a chiedere scusa.
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