di redazione
Ricevimao e di seguito pubblichiamo il testo dell'interrogazione a risposta immediata presentata dai deputati Tempestini, Narducci, Melis e Pistelli
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE
Al Ministro degli Affari Esteri
Per sapere - premesso che:
il 20 agosto 2011 scade il mandato del Governo Federale di Transizione della Somalia (TFG), che prevede lo scioglimento delle istituzioni transitorie di Governo e Parlamento, segnando la fine del periodo quinquennale previsto dalla Carta Federale di Transizione del febbraio 2004;
il processo di transizione da allora avviato avrebbe dovuto promuovere una soluzione politica per la Somalia, attraverso la creazione di una Costituzione permanente seguita da elezioni presidenziali. Nel 2009, in seguito agli accordi di Gibuti, il mandato del TFG è stato prorogato fino al 20 agosto 2011, anche in considerazione del mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati dagli accordi di pace;
il Parlamento somalo nel febbraio 2011 ha deciso unilateralmente di proseguire il suo mandato per altri 3 anni, facendo emergere gli squilibri interni al Parlamento e le lotte di potere nell’ambito del TFG, dove le posizioni dei due principali protagonisti dell’accordo di pace di Gibuti, rispettivamente Sheikh Sharif Ahmed (Presidente del TFG) e Sharif Hasan Aden (Presidente del Parlamento) circa la proroga del mandato risultano lontane e discordanti;
alla vigilia di questa importante scadenza la Somalia si trova, dunque, di fronte al persistere di una crisi istituzionale e ad un empasse politico preoccupante; non c’è ancora un accordo sulle soluzioni politiche da adottare tra governo e presidente da una parte e parlamento dall’altra, e tra questi e la popolazione somala; il dibattito è focalizzato sulla convenienza o meno di estendere di nuovo l’incarico del TFG, permane l’incertezza sul periodo di tempo da prorogare e per quali finalità;
la proroga del mandato di tutte e tre le istituzioni transitorie permetterebbe di posticipare le elezioni nazionali e completare gli obiettivi concordati dagli accordi di Gibuti del 2008, ossia chiudere il conflitto armato con Al Shabaab - tenendo anche conto che il gruppo radicale islamico Al Shabaab a tutt’oggi controlla militarmente tutta la zona centro-sud della Somalia - preparare la nuova costituzione, avviare le scelte della governance nel Paese e adottare una legge elettorale a suffragio universale;
il 12 e il 13 aprile, il rappresentante speciale dell’ONU per il Corno d’Africa Mahiga ha indetto una conferenza consultiva a Nairobi in Kenya, per rilanciare il dialogo tra le istituzioni somale ma, nonostante la conferenza avesse un carattere solo consultivo e le organizzazioni internazionali (Unione Europea, Unione Africa, IGAD) avessero partecipato solo in qualità di osservatori, la conferenza è stata boicottata dal Presidente del TFG Sharif Ahmed e oltre 100 deputati hanno sottoscritto una mozione di sfiducia contro l’inviato speciale dell’ONU;
il 9 giugno scorso un nuovo tentativo di compromesso tra le parti è stato esperito dal Presidente ugandese Museveni, riunendo a Kampala il Presidente della Somalia e il Presidente del Parlamento somalo; la conclusione dell’incontro ha visto la firma di un accordo, con l’avallo della comunità internazionale in presenza del presidente dell’Uganda e del rappresentante dell’Onu per la Somalia, volto a prorogare per un anno il Parlamento, sacrificando alcune cariche per quali non è stata prevista alcuna proroga; tra queste rileva la carica di Primo Ministro Mohamed Abdullahi Mohamed, il quale ha rassegnato le dimissioni il 19 giugno scorso, piegandosi così a un accordo che, a partire dalle sue dimissioni, potrebbe far intravvedere una possibile ripresa di un accordo fra le parti per il futuro;
la notizia del recente patto fra i due Sharif, ha scatenato la reazione della popolazione a Mogadiscio dove si sono svolte manifestazioni in favore del governo in carica, e gli esiti incerti apertisi con la nuova situazione pongono il serio pericolo che si acuiscano focolai di tensione tali da provocare nella capitale somala escalation di atti di terrorismo e di scontri, soprattutto in un territorio in gran parte controllato dagli Al Shabaab;
il nostro Paese è impegnato da anni in favore della stabilizzazione della Somalia, in sostegno del governo transitorio e della missione di pace dell’Unione africana; dal 2009 ha messo a disposizione 27 milioni di euro per aiuti umanitari, per interventi di cooperazione in vari settori, in particolare nel campo della salute e dell’educazione, e per sostenere concretamente il processo di stabilizzazione nella gestione della sicurezza nel paese.
Di quali ulteriori informazioni disponga il Governo circa i nuovi scenari somali, quali posizioni e quali iniziative urgenti intenda assumere l’Italia, in considerazione dei nostri legami storici con la Somalia, per favorire il processo di stabilizzazione e di riconciliazione nazionale, inclusiva di tutte le forze presenti nel Paese, auspicato sia dalla popolazione somala che dall’intera comunità internazionale; e se non ritenga, anche in vista dell’annunciata convocazione di una conferenza intersomala a Mogadiscio, di dover promuovere una forte iniziativa italiana che, nel rispetto della ownership somala, faciliti il processo di pacificazione e di sviluppo della Somalia, e rilanci l’impegno anche a livello europeo, mediante l’istituzione di un rappresentante speciale dell’UE per la Somalia e il Corno d’Africa, in favore di un’azione comune nell’ambito di un più ampio contesto regionale del Corno d’Africa.
TEMPESTINI
NARDUCCI
MELIS
PISTELLI