di Eugenio Sarno*
Nel pomeriggio di ieri un detenuto ristretto nella sezione Alta Sicurezza
del carcere di Ariano Irpino (AV) ha tentato di togliersi la vita, dapprima
ingerendo candeggina e successivamente tentando di impiccarsi con un cappio
rudimentale che aveva legato alle sbarre della finestra.
Il detenuto che ha tentato il suicidio è accusato di appartenere ad una
associazione camorristica meglio nota come “ clan dei casalesi”. Il
detenuto si professa innocente e ciò potrebbe essere la motivazione di base
che lo ha spinto all’insano gesto. Il personale di polizia penitenziaria in
servizio ha prontamente soccorso l’aspirante suicida, praticando le prime
cure e provvedendo all’immediato ricovero presso l’ospedale civile di
Ariano Irpino . Successivamente il detenuto è stato trasportato, con scorta
al seguito, presso il plesso ospedaliero della cittadella sanitaria di
Avellino per ulteriori esami diagnostici facendo rientro in tarda serata
all’Ospedale di Ariano, dove trovasi tutt’ora ricoverato e dichiarato fuori
dal pericolo di vita.
Si tratta del terzo tentato suicidio sventato dalla polizia penitenziaria in
questi primi giorni del 2012 ( gli altri due si erano verificati a Torino e
Como), mentre la conta delle morti per suicidio, di quest’anno, ha già
fatto registrare il primo caso di autosoppressione a Genova. Nel
sottolineare come la tempestività e la professionalità dagli agenti
penitenziari contribuisce a contenere il numero dei suicidi ( nel 2011 i
baschi blu hanno letteralmente strappato alla morte circa 395 detenuti) non
possiamo non denunciare, per l’ennesima volta, le loro difficili e
pericolose condizioni di lavoro. Condizioni gravate ancor più da una
gravissima deficienza organica (circa settemila unità in meno rispetto
all’organico decretato nel 2001) che, auspichiamo, possa trovare una qualche
soluzione immediata attraverso un piano di assunzioni straordinarie, Monti e
Severino volendo e permettendo.
*Segretario Uilpa penitenziari