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Articolo 21 - Editoriali
Sudafrica: la lezione di Abahlali baseMjondolo
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di Bruna Iacopino

“Una spinta forte alla nostra lotta, quanto scritto e garantito dalla Costituzione, che tutela la libertà di espressione”. Ad affermarlo con voce forte e tesa, è un giovane ragazzo di colore, rappresentante del movimento sudafricano di Abahlali baseMjondolo, movimento di lotta nato nel 2005 “per la casa, la terra, la dignità umana”, da una settimana in Italia per raccontare quello che in questi anni è stato fatto e quanto ancora c’è da fare, a ridosso dei mondiali di calcio. Da qui la campagna denominata Mondiali al contrario promossa e organizzata dal settimanale Carta con l’ausilio e il coinvolgimento di realtà di movimento, associazioni e comitati territoriali. Da Reggio Calabria a Rosarno, da Castel Volturno a Vicenza, Milano, L’Aquila, e ieri l’ultima tappa a Roma in un percorso cadenzato, durante il quale l’incontro, il confronto, lo scambio di idee e di esperienze hanno avuto un ruolo da protagonista mettendo in relazione realtà molto distanti, anche se solo in termini geografici. Coraggio e determinazione è quello che traspare dai loro volti, non stanchezza ma voglia di comunicare e trasmettere per far si che tutti sappiano quanto avviene realmente in Sudafrica e siano coscienti che l’immagine che verrà rilanciata da tutti i media durante i Mondiali ha poco a che vedere con una realtà fatta di miseria, povertà, sfratti e “deportazioni”. Nel corso di una lunga giornata che li ha visti prima aggirarsi per i quartieri “ghetto” di Roma Est e poi, durante l’assemblea tenutasi presso il Centro sociale Ex Snia ( dov’erano presenti, fra gli altri, anche molti di quei lavoratori “deportati” dalle campagne di Rosarno), i tre sudafricani ( due uomini e una donna) hanno portato una testimonianza forte, un duro atto d’accusa, diretto non soltanto ai Governi sudafricani che si sono susseguiti dalla fine dell’Apartheid fino ad oggi e che “ hanno tradito le promesse fatte e gli impegni presi”, ma un atto d’accusa mirato a colpire chi, dovunque eletto, disattende il proprio mandato e calpesta quanto sancito dalla carta costituzionale. “ Bisogna parlare, parlare, parlare spiegare a tutti il senso e l’importanza della lotta” lo ripetono come un mantra, e non si stancano vedendo, in mezzo alla platea, altri fratelli dalla pelle scura, quei fratelli che in Italia, il più delle volte, vengono sfruttati, maltrattati, accusati, sfrattati, arrestati, chiusi dentro un Cie e magari rispediti a casa perché “indesiderati” ...
“Un atto può essere giudicato illegale, ma mai una persona, dovunque essa si trovi a vivere” il messaggio non lascia spazio a dubbi, ed è un messaggio diretto a quegli stessi fratelli ma anche ai tanti “bianchi” presenti e partecipi. Con una promessa, un impegno: portare questo messaggio all'interno del movimento per creare un nuovo elemento di lotta.
Una lezione esemplare per quanti hanno dimenticato il senso della lotta per la difesa dei propri diritti o semplicemente si sono arresi, bianchi, gialli o neri che siano.
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