di Rosa Parchi*
Trasferire gli uffici del Giudice di Pace di Pignataro Maggiore (CE) nel bene confiscato ex proprietà Liggio-Nuvoletta in località Torre dell’Ortello. E lo stabile che attualmente ospita il Giudice di Pace, in via Vittorio Veneto, invece, potrebbe essere adibito a nuova sede della Stazione carabinieri. È questa la proposta dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Raimondo Cuccaro che sta per partire alla volta della Prefettura di Caserta e di tutte le altre Autorità competenti (Ministeri compresi), mentre si prepara la documentazione per i relativi atti: da una deliberazione di Giunta cosiddetta di indirizzo, come espressione di volontà politica della maggioranza, ad una immediatamente successiva deliberazione di Consiglio comunale quale decisione finale. Lo ha appreso “Pignataro Maggiore News” a Palazzo Scorpio, sede dell’Amministrazione comunale.
Si tratta di una proposta di enorme importanza perché dimostra la chiara volontà dell'Amministrazione comunale di utilizzare i beni confiscati ai fini sociali e di ripristino della legalità, una volta che la magistratura ha rimosso l’ostacolo rappresentato dall’ex sindaco Giorgio Magliocca, arrestato l’11 marzo 2011 con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d’ufficio con l’aggravante camorristica proprio per lo scandalo dei beni confiscati rimasti, nella sostanza, nelle mani delle cosche mafiose. Il trasferimento del Giudice di Pace in località Torre dell’Ortello rappresenterebbe un atto di rilevanza nazionale perché lo stabile con annessi cento moggi di terreno confiscati in quanto intestati ai boss mafiosi di Marano di Napoli, Ciro e Angelo Nuvoletta – affiliati a Cosa Nostra e imparentati con la cosca Lubrano di Pignataro Maggiore – sarebbero stati in realtà di proprietà del capo storico della mafia siciliana Luciano Liggio. Insomma, uno schiaffo in pieno viso ai “corleonesi” di Luciano Liggio, Totò Riina, Bernardo Provenzano e Pippo Calò, oltre che ai Nuvoletta e ai Lubrano. Naturalmente – come apprende sempre “Pignataro Maggiore News” - lo stabile ex proprietà Liggio-Nuvoletta sarebbe messo a disposizione gratuitamente del Ministero della Giustizia per ospitare gli uffici del Giudice di Pace, anche nell’ambito dell'impegno dell’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore per evitare di perdere l’ufficio giudiziario che, diversamente, sarebbe accorpato in un’unica struttura a Santa Maria Capua Vetere. Ugualmente a titolo gratuito la Stazione carabinieri sarebbe ospitata nello stabile di via Vittorio Veneto, di proprietà comunale, una volta trasferito il Giudice di Pace.
La notizia si è diffusa alla vigilia della presentazione del libro di Raffaello Magi, “Dentro la giustizia” (editore “L’Ancora del Mediterraneo”), che si terrà venerdì 3 febbraio 2012, alle ore 17,30, ad iniziativa del blog di giornalismo investigativo “Pignataro Maggiore News”, nell’aula consiliare del Comune di Pignataro Maggiore, Polo civico “Franco Imposimato”, ex proprietà Raffaele Ligato, bene confiscato alla camorra, in via Ferdinando IV di Borbone. Sarà presente l’Autore, magistrato del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, giudice estensore delle sentenze per l’omicidio di Franco Imposimato e “Spartacus”. E appunto nella sentenza per l'omicidio Imposimato vi è un riferimento alla proprietà di Luciano Liggio a Pignataro Maggiore gestita dai Nuvoletta. Una proprietà confiscata nella quale adesso l’Amministrazione comunale pignatarese – senza l’ostacolo Giorgio Magliocca – vorrebbe trasferire in tempi brevi gli uffici del Giudice di Pace. Dove una volta imperavano Luciano Liggio e i “corleonesi”, oltre che i Nuvoletta e i Lubrano, potrà esserci la scritta “Tribunale di Santa Maria Capua Vetere - Giudice di Pace di Pignataro Maggiore”, intitolando la struttura a magistrati vittime della mafia. In tal modo anche le cooperative sociali (o altra idonea associazione) che coltiveranno il terreno anch’esso confiscato saranno maggiormente tutelate dalla presenza dell’ufficio giudiziario, di cittadini utenti, giornalisti, avvocati, polizia, carabinieri e vigili urbani. Insomma è finita l'“era Magliocca”, quando i beni confiscati venivano solo sulla carta acquisiti dal Comune ma restavano in realtà – nonostante le manifestazioni di facciata – nella piena disponibilità di mafiosi e camorristi.
È appena il caso di ricordare che pure il trasferimento della sede dei vigili urbani nello stabile confiscato di via Ferdinando IV di Borbone, al primo piano, e la creazione della sala consiliare al piano terra dello stesso immobile sono stati resi possibili solo dopo l’arresto dell'ex sindaco Magliocca. Lo stesso Giorgio Magliocca che – una volta scarcerato – si aggira a Palazzo Scorpio intrattenendosi con dipendenti comunali compiacenti o collusi, ma per fortuna adesso non può fare niente per impedire la riutilizzazione dei beni confiscati a fini sociali e di ripristino della legalità. In ogni caso, se per assurdo qualche dipendente comunale mettesse i bastoni tra le ruote in materia di beni confiscati – per esempio in merito al trasferimento degli uffici del Giudice di Pace in località Torre dell’Ortello - si capirebbe subito chi sia stato l’ispiratore per niente occulto della ennesima manovra.
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