di Bruna Iacopino
Mesi e mesi di attesa, e un nulla di fatto come risultato concreto. Sono passati sei mesi da quella che era stata bollata da tutti come “l’infamia” una pagina buia per il nostro paese, la vergogna di Rosrano. Mai più Rosarno! Si era gridato da destra e da sinistra e l’indignazione aveva oltrepassato i confini nazionali, approdando al Parlamento europeo. Ma l’indignazione, la sola indignazione non basta quando a seguire non sono anche i fatti e le azioni concrete. Cosa è cambiato a Rosarno e nelle altre Rosarno d’Italia? A sfogliare le pagine dei quotidiani locali, a guardarsi intorno, davvero poco, o forse, nulla.
A ricordarlo sottolineandolo con la loro presenza in piazza anche domani, saranno loro, quegli stessi lavoratori africani che da Rosarno, a gennaio erano approdati a Roma, per poi essere abbandonati a loro stessi, se la solidarietà civile non fosse intervenuta proprio là dove le istituzioni erano assenti. Un’assenza che ha pesato e pesa soprattutto adesso, con l’estate appena arrivata e la stagione agricola già partita da un pezzo. “ A Rosarno non ci vogliamo più tornare, non a quelle condizioni!” dicono tutti con cognizione di causa nel corso delle assemblee domenicali che ormai vanno avanti da mesi presso il Centro sociale ExSnia e che fanno parte di un percorso di autorganizzazione e di lotta che li ha portati più volte ( come Alar) anche di fronte alle istituzioni.
“Il 27 aprile 2010 – denuncia a questo proposito in un comunicato diramato oggi l’Osservatorio Antirazzista Territoriale Pigneto -Tor Pignattara - in una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Valentini, l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Roma, Aurelio Lo Fazio, ha presentato il protocollo d’intesa siglato tra l’associazione onlus "Progetto Diritti" - per conto dei lavoratori africani di Rosarno a Roma - e le associazioni professionali agricole della provincia romana (Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative e Legacoop) per l’inserimento lavorativo regolare nelle aziende agricole laziali… “
Stando al protocollo, continua la denuncia, entro i 40 giorni successivi alla stipula, “tutti quelli con permesso di soggiorno avrebbero dovuto essere impiegati regolarmente, mentre per chi è in attesa di regolarizzazione si sarebbe dovuto programmare l’inserimento. Ad oggi, questi i risultati: ZERO OCCUPATI e nessun segnale…”
La notizia, diramata a suo tempo dalla provincia di Roma aveva fatto il giro delle agenzie e di diverse testate, qualcuno aveva plaudito con entusiasmo alla meritoria iniziativa, gli stessi “sfruttati” di Rosarno vi si erano attaccati come si trattasse di un’occasione unica e concessa a pochi. Ma gli accordi sono fatti di carta si sa, e il più delle volte, sulla carta rimangono fin quando qualcuno, magari il diretto interessato, non decide che è il caso di tirarli allo scoperto. E’ esattamente quello che avverrà domani sotto la sede di Confagricoltura a Roma, dove il lavoratori di Rosarno, supportati e coadiuvati da Osservatorio Antirazzista Territoriale Pigneto -Tor Pignattara, dalle diverse realtà di lavoratori in lotta, dalla rete di solidarietà cittadina, hanno convocato, per le 11, un sit-in e una conferenza stampa per tornare a chiedere lavoro onesto e regolare per tutti… e magari per dire basta alle promesse, che a nulla servono se non a frustrare ulteriormente le speranze di chi in Italia sperava di trovare un buon posto per vivere.